Dolore muscolare:
aspetti clinici, popolazione colpita
e aree interessate

La principale causa di dolore muscolare (anche detta mialgia), nella popolazione generale è rappresentata da disturbi muscoloscheletrici, coinvolgendo in particolare sia giovani atleti sia persone anziane.

I muscoli più frequentemente colpiti da dolore muscolare sono quelli delle cosce e del polpaccio, in particolare gli ischiocrurali (i muscoli posteriori della coscia), il retto femorale (parte del quadricipite) e la testa mediale del gastrocnemio (uno dei principali muscoli del polpaccio). Anche se spesso il medico riesce a diagnosticare una lesione muscolare con un semplice esame clinico, in molti casi può essere utile ricorrere a tecniche di imaging come l’ecografia o la risonanza magnetica. Questi strumenti aiutano a valutare quanto è grave la lesione, dove si trova esattamente e quanto tempo potrà servire per recuperare completamente. Inoltre, permettono di capire se c’è un rischio più alto di recidiva.

Dolore muscolare e dolore cutaneo: come distinguerli

In questo contesto, il dolore muscolare si distingue chiaramente da quello cutaneo, sia dal punto di vista soggettivo, cioè per come viene percepito, sia da quello oggettivo, ovvero per come si manifesta clinicamente. Mentre il dolore cutaneo è tipicamente acuto e pungente, quello che origina dai muscoli è descritto più spesso come un dolore diffuso e crampiforme, spesso difficile da localizzare con precisione. Una delle sue caratteristiche più peculiari è la tendenza a irradiarsi verso altre strutture profonde del corpo, fenomeno che non si osserva nel dolore della pelle. Inoltre, il dolore muscolare può associarsi a sintomi autonomici come bradicardia (rallentamento del battito cardiaco), ipotensione (abbassamento della pressione sanguigna) e nausea, segni che non sono tipici del dolore cutaneo. Questo suggerisce una maggiore attivazione del sistema nervoso autonomo in risposta a stimoli dolorosi profondi. Dal punto di vista neurofisiologico, le informazioni nocicettive che provengono dai muscoli e quelle che provengono dalla pelle viaggiano su vie diverse all’interno del sistema nervoso centrale, coinvolgendo specifici circuiti e regioni cerebrali. Questo potrebbe spiegare le diverse qualità sensoriali e le risposte fisiologiche osservate tra i due tipi di dolore.

Tendinite

Mentre le lesioni muscolari sono legate per lo più a traumi o sovraccarichi funzionali, le lesioni dei tendini invece sono frequenti anche in persone che non praticano sport. Le lesioni ai tendini possono colpire diversi punti: dove il tendine si unisce al muscolo, lungo il tendine stesso o dove si attacca all’osso. Le più comuni sono le tendiniti (infiammazioni del tendine) e le rotture, che possono essere parziali o complete a seconda del numero di fibre coinvolte.

Chi soffre di dolore ai muscoli?

Il dolore ai muscoli può colpire persone di tutte le età, ma alcune categorie risultano particolarmente esposte. Una delle principali include gli sportivi. Non tutti gli sport mettono il corpo sotto lo stesso tipo di stress, e questo si riflette anche sul tipo di infortuni che si verificano più spesso. Per esempio, uno sport che prevede salti ripetuti sollecita in modo diverso muscoli e articolazioni rispetto a uno che richiede movimenti continui o cambi di direzione improvvisi. Ecco perché è fondamentale che i medici conoscano bene le richieste specifiche dello sport praticato dal paziente. Questo consente di fare una diagnosi più accurata e di proporre un piano di trattamento su misura, non solo per curare il dolore, ma anche per accompagnare l’atleta in una riabilitazione adeguata e per prevenire ulteriori lesioni. Ma non è solo lo sport a contare: anche le caratteristiche personali dell’atleta fanno la differenza. Età, sesso e livello di competizione possono influenzare il rischio di farsi male. Ad esempio, le donne tendono a subire più spesso distorsioni alla caviglia o a soffrire maggiormente di dolore muscolare al ginocchio a causa di lesioni. Questo può essere legato a fattori biologici come la maggiore flessibilità, una massa muscolare inferiore o una conformazione anatomica diversa del bacino. Negli atleti più anziani, invece, sono più comuni i problemi cronici o legati al sovraccarico, perché con il tempo muscoli e tendini perdono parte della loro elasticità e si riparano con più difficoltà. Infine, anche il livello di attività ha un impatto importante. Allenarsi molte ore a settimana o affrontare competizioni intense mette sotto pressione il corpo e aumenta il rischio di traumi e dolori muscolari.

Le lesioni principali in ambito sportivo

Le lesioni muscolari sono tra gli infortuni più comuni nello sport, specialmente a livello agonistico. Ad esempio, nel calcio professionistico rappresentano circa un terzo di tutti gli infortuni. Non è solo il calcio a esserne colpito: anche nell’atletica leggera, nel rugby, nel basket e nel football americano le lesioni ai muscoli, in particolare quelli della coscia, sono molto frequenti. Un altro problema frequente è quello delle recidive. Uno dei motivi più comuni per cui si verificano ricadute dopo un infortunio muscolare è il ritorno troppo precoce all’attività fisica. Spesso, l’infortunio viene sottovalutato, e il corpo non ha ancora completato il processo di guarigione. Le lesioni muscolari ricorrenti tendono a essere più gravi del primo episodio e il motivo potrebbe risiedere proprio nel fatto che il muscolo non ha avuto il tempo necessario per recuperare completamente. Quando un muscolo si danneggia, il corpo avvia un processo di riparazione che comporta la formazione di una cicatrice di tessuto connettivo. Nelle prime fasi, questo tessuto è immaturo e rappresenta il punto più debole dell’intero muscolo. Solo con il tempo, e a seconda della gravità e della localizzazione della lesione, la forza del tessuto ritorna ai livelli normali. In alcuni casi, una cicatrice matura può diventare persino più resistente del muscolo originale, ma è fondamentale non anticipare i tempi. Tornare in campo o in palestra troppo presto espone a un rischio maggiore di nuovi infortuni, spesso più seri del precedente.

Dolore muscolare negli anziani

Gli anziani rappresentano la seconda categoria particolarmente colpita dal dolore muscolare. Con l’avanzare dell’età, infatti, molte persone si trovano a dover affrontare dolori muscolari e articolari persistenti. Quando il dolore dura oltre i normali tempi di guarigione, cioè per più di tre o sei mesi, si parla di dolore persistente. Questo non è solo fastidioso: può compromettere in modo importante la qualità della vita.

In particolare, il dolore che interessa più parti del corpo contemporaneamente (detto dolore multisito) è una delle principali cause di disabilità negli anziani. I disturbi muscoloscheletrici non vanno quindi sottovalutati: rappresentano una minaccia concreta al benessere nella terza età. Sono stati collegati, infatti, a una maggiore probabilità di cadute, fragilità fisica, depressione, ansia, disturbi del sonno, difficoltà nei movimenti quotidiani e perfino a un calo delle funzioni cognitive.

Le cause del dolore muscolare

Le lesioni muscolari possono verificarsi in due modi: per trauma diretto (cioè per un colpo o un impatto contro qualcosa) oppure per trauma indiretto, ad esempio per un movimento brusco o uno sforzo eccessivo. Nel primo caso, se c’è un urto, si parla di contusione o lacerazione. Le contusioni possono essere più o meno gravi a seconda di quanto limitano i movimenti. È importante valutare il dolore anche dopo 24 ore, perché subito dopo il trauma la percezione del danno può essere esagerata.

Le lesioni da trauma indiretto sono invece più frequenti e spesso potrebbero non risultare evidenti all’esame clinico iniziale o con gli esami strumentali, ma possono comunque tenere lontani dall’attività sportiva per diversi giorni. Se non trattate bene, possono peggiorare e diventare lesioni vere e proprie.

In base alla loro gravità, queste lesioni si dividono in:

  • lesioni non strutturali, dove il muscolo è dolorante, ma non c’è una rottura visibile delle fibre. Possono essere dovute a stanchezza, eccessivo allenamento o problemi alla schiena che alterano il tono muscolare. Sono molto comuni tra gli sportivi.
  • lesioni strutturali, dove c’è una rottura vera e propria del muscolo. Queste si distinguono in piccole, moderate o gravi, a seconda di quanto tessuto muscolare è stato danneggiato.

Anche la posizione della lesione è importante: le rotture più vicine all’inizio del muscolo (prossimali) tendono a guarire più lentamente rispetto a quelle più in basso, soprattutto nei muscoli delle cosce. Nei muscoli del polpaccio, al contrario, le lesioni distali (più vicine al tallone) hanno una prognosi peggiore.

Sintomi principali

Contrattura muscolare

La contrattura è un irrigidimento muscolare che si manifesta con un dolore diffuso, spesso poco localizzato, che tende a comparire a distanza dall’attività fisica, magari ore dopo uno sforzo intenso. È causata da un’alterazione del tono muscolare, legata per lo più all’affaticamento. Non vi è alcuna rottura delle fibre, né segni visibili di lesione all’esame clinico o strumentale. Si tratta quindi di una condizione funzionale e reversibile, ma che richiede comunque attenzione per evitare peggioramenti.

Stiramento muscolare

I sintomi dello stiramento muscolare includono, invece, un dolore acuto e localizzato, che insorge durante l’attività sportiva o un movimento improvviso. In questo caso, il muscolo è eccessivamente contratto (ipertonia), ma le fibre non sono lacerate. Il dolore può essere intenso al punto da costringere l’atleta a fermarsi, anche se la funzionalità del muscolo non è compromessa in modo immediato. Lo stiramento rappresenta un campanello d’allarme che, se ignorato, può evolvere in lesioni più gravi.

Strappo muscolare

Lo strappo è la forma più seria tra le lesioni muscolari. Si verifica durante l’attività fisica: i sintomi degli strappi muscolari includono dolore violento e improvviso, causato dalla rottura di un numero variabile di fibre muscolari. Spesso è accompagnato da un ematoma dovuto al sanguinamento interno.
A seconda dell’entità della rottura, si distinguono tre gradi di strappo:

  1. strappo di primo grado: interessa un numero limitato di fibre. Il dolore è presente, ma la funzionalità è solo parzialmente ridotta
  2. strappo di secondo grado: coinvolge uno o più fasci muscolari (meno dei 3/4 del muscolo). Si osserva un deficit funzionale evidente, anche se non totale
  3. strappo di terzo grado: è la forma più grave e comporta una rottura estesa (parziale o totale) del muscolo. In questi casi, la funzionalità è completamente compromessa

Come alleviare il dolore muscolare?

I rimedi per il dolore muscolare includono diverse strategie possibili: dal protocollo PRICE (che prevede protezione, riposo, ghiaccio, compressione ed elevazione), allo stretching, alla riabilitazione funzionale fino a specifiche terapie fisiche. Tuttavia, non esiste ancora un consenso unanime su quale sia la migliore combinazione di trattamenti: ogni caso va valutato in base al tipo di lesione e alle caratteristiche del paziente.

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  • MuscoriDol contiene cerotti per dolori muscolari ed è indicato per alleviare il dolore e l’infiammazione di origine reumatica o traumatica di articolazioni, muscoli, tendini e legamenti. Questo medicinale non deve essere usato nei bambini e negli adolescenti di età inferiore a 16 anni.
  • MuscoRil Dolore è un gel per dolori muscolari consigliato per il trattamento sintomatico locale del dolore associato a stiramenti muscolari acuti, distorsioni o contusioni a seguito di traumi da impatto, ad esempio infortuni e incidenti sportivi. Questo medicinale non deve essere usato nei bambini e negli adolescenti al di sotto dei 14 anni. Per gli adolescenti di età pari o superiore a 14 anni il medicinale è indicato per il trattamento a breve termine.